BREVISSIME DAL CINEMA.
La pagina del 1998 è qui.
Quella del 1999 la state già leggendo!
'Festen' di T. Vinterborg
Aveva proprio ragione Amleto: "C'è del marcio in Danimarca."
Iniziando con una tecnica pseudo-amatoriale (è una festa di famiglia!) fatta di riprese sfocate
e inquadrature oscillanti, dà un po' il mal di mare. Poi la camera si stabilizza e
tutto si mette sempre più a fuoco.
Passa il mal di mare ma non ci si sente affatto
meglio.
Le rivelazioni del figlio sono un pugno nello stomaco, ma il malessere che prende
lo spettatore è provocato dalla reazione della famiglia; anzi dall'assenza di
una reazione. Il nonno che racconta il suo aneddoto preferito, la nonna che canta,
tutti insieme che continuano a mangiare. Per evitare che la sala si svuoti
o che gli spettatori siano stroncati da un'apnea insostenibile, viene in
aiuto il cerimoniere che, ligio alle istruzioni ricevute (non per nulla è
tedesco), riesce a portare i protagonisti fino alle danze e gli spettatori
alla fine del film.
Le violenze fisiche sono superabili, fatti incancellabili ma appartenenti
al passato. È più difficile liberarsi della menzogna su cui tutto si fonda
e che, da sola, inchioda la vittima al terribile passato: i figli non erano
buoni per nient'altro.
Su questa menzogna che asserisce l'inutilità della vittima
si fonda ogni violenza.
Per liberarci dalla menzogna abbiamo solo
due strade gemelle: la morte e la verità.